Il film
LA SIGNORA MATILDE
di Marco Melluso e Diego Schiavo
con Syusy Blady
2017, HD 1×72′ per il cinema – 1×52′ per la tv
Credits
scritto da
Licia Ambu
Marco Melluso
Diego Schiavo
Mariateresa Scorzoni
regia
Marco Melluso
Diego Schiavo
Prodotto da
POPCULT
Con il sostegno di
REGIONE EMILIA-ROMAGNA FILM COMMISSION
Comune di Canossa
Comune di Quattro Castella
Comune di Reggiolo – Proloco di Reggiolo
Lavoropiù
Coldiretti – Campagna Amica Reggio Emilia
Orval Trappist Ale
Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia
Gianferrari i Salumi di Canossa
Tper Trasporto Pubblico Emilia-Romagna
In collaborazione con
Sistema Po Matilde, Comune di San Benedetto Po, Comune di Bibbiano, Film Commission Bologna, Film Commission Verona, Maes Coro Gregoriano Mediae Aetatis Sodalicium, Provincia di Reggio Emilia, Habanero -leborsemadeinitaly.it
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Una docummedia su Matilde di Canossa con Syusy Blady e Luciano Manzalini
Documentario e finzione si mescolano in un film dai toni divertenti che racconta vicende, successi e gossip di Matilde di Canossa, una delle donne più potenti e glamour della Storia. Il film intende raccontare la Storia e i suoi protagonisti in un’ottica nuova e con un taglio ironico, con l’obiettivo di coinvolgere e avvicinare alla Storia il grande pubblico, anche quello più giovane.
Syusy Blady è un’esperta di marketing, appassionata di marchi e firme, che dal castello in cui abita prende e parte per un viaggio sulle tracce della Grancontessa. La accompagna un Luciano Manzalini trasformista, che veste i panni di buffi personaggi che la donna incontra sul suo cammino.
Lungo il viaggio, che attraverso i territori matildici va da Verona a Bologna, prende vita la storia della Signora Matilde, il cui nome è diventato, a sua volta, un vero e proprio brand, una griffe dell’anno mille che si è imposta sul mercato tra i due colossi dell’epoca, la SacroRomanoImpero e la Papato Spa.
In quest’ottica, la lotta per le investiture diventa uno scontro tra multinazionali e lo scacchiere di rocche matildiche si trasforma nel tweetter dell’appennino; i rapporti dinastici di Matilde e dell’imperatore Enrico IV finiscono negli articoli scandalistici del magazine Novello 1000.
Passato e presente, storia e gossip si fondono, in questa docummedia dallo stile ironico, brillante e sorprendente.
NOTE DI REGIA
Di fronte alla vita di Matilde di Canossa, figura che continua ad avere un enorme fascino per la sua modernità e per le sue innumerevoli sfaccettature, ci siamo resi conto di una forte discrepanza tra la fama del personaggio, l’interesse che immediatamente il nome suscita e la difficoltà nel trovare un taglio narrativo che, nel restituirle freschezza e attualità, possa far breccia in un pubblico anche poco interessato alla Storia.
Riassumere un periodo come quello in cui si muove Matilde è un’impresa difficile. È complesso, frazionato in battaglie, date e nomi che rischiano di restituire l’idea di una Storia ostica, difficile da digerire. Eppure, il fascino, l’allure dell’immagine di Matilde, unica donna in un Medioevo declinato al maschile, continuava a mal sposarsi ai nostri occhi con l’apparente pesantezza del racconto.
Nasce così l’idea di rileggere l’intera storia di Matilde come la creazione di un brand di se stessi, dapprima, e come l’affermazione e il perdurare di esso nel corso dei secoli.
Se oggi multinazionali e politici usano qualunque strategia per accaparrarsi consensi, quello di Matilde diventa un caso, sbalorditivo per i risultati ottenuti, un caso studio da analizzare ed emulare. Si è pensato così che la scelta della figura chiamata a narrare di un personaggio unico nel suo genere non potesse che cadere su Maurizia Giusti, in arte Syusy Blady, che con il suo portato di personaggio televisivo amato, ci sembra possa restituire con brio e leggerezza vicende e contesti all’apparenza difficili.
Dopo la pluridecennale esperienza dell’attrice in programmi di fama come “Turisti per caso”, quale miglior viaggiatrice capace di penetrare nei territori e raccogliere testimonianze sulla Signora Matilde? Perché Matilde ha lasciato una chiara impronta sulle terre che rientravano nei suoi domini, essendo a loro fedele senza rimanere un personaggio periferico nelle vicende di quel periodo storico. Matilde ne conosce il valore ma non teme di portare novità con uno stile che oggi definiremmo “glocal” e in perfetta continuità nella tradizione e nell’innovazione.